la struttura

Kirikù

Dettagli

Comunità Educativa mamma-bambino – 10 posti letto (CUDES: 053260)

Contatti

Via Ponte Anelli 4 – 26824 Cavenago D’Adda (LO)

Coordinatrice: Dott.ssa Giuseppa Pavone
Tel. 0371 709043 Cell. 327 4740253
E-mail kiriku@ilsentiero.org

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DOMANDE E RISPOSTE SULLA COMUNITA’

Qual è la giornata tipo di un ospite? Nel caso dei nuclei mamma-bambino quali sono le attività della mamma, quali quelle del bambino e quali quelle che svolgono insieme.

Abbiamo due tipologie di ospiti al momento: 

  1. L’OSPITE CHE LAVORA: sveglia al mattino presto, intorno alle 6.30 mentre il bambino dorme ancora, preparazione e uscita per arrivare al pullman, svolgimento della giornata lavorativa, contando che alcune ospiti lavorano anche lontano, qualche telefonata nei momenti di pausa (1 su 3) per chiedere informazioni sul figlio/a. Rientro in comunità per cena, a volte il figlio ha già mangiato, quindi cena la signora, poi salgono insieme, bagnetto al piccolo/a, messa a letto. se la notte la fa l’operatrice di riferimento si effettua il colloquio settimanale, se c’è qualcun’altra a volte le signore hanno dei confronti o delle richieste da fare. Alcune signore dopo aver messo a letto i figli escono al bar vicino alla comunità per bere qualcosa, ore 22.30 rientro e ognuno nella propria camera
  2. L’OSPITE CHE NON LAVORA: sveglia al mattino per accompagnamento bambino/a scuola, oppure per la colazione dei figli. se il bambino/a va a scuola, capita che qualche signora si fermi fuori con qualche signora del paese a bersi un caffè. Rientro in comunità circa per le 9.30, assunzione terapie. La maggior parte delle volte, anche se su sollecito poi le signore salgono per sistemare camera, bagno e fare le mansioni degli spazi comuni. Verso le 11 scendono per vedere di chi è il turno del pranzo, ma a volte non lo svolgono. Introno alle 13 si mangia (prima danno o diamo da mangiare ai bambini più piccoli) poi rassetto cucina e sala da pranzo. Dopo il caffè salgono in stanza e prima di andare a prendere i bambini all’asilo a volte si dedicano alla cura della loro persona o fanno un pisolino. Nei vari intervalli tra una cosa e l’altra ci sono i turni per le lavatrici. 
  3. Alcune signore si organizzano tra loro durante le mattine e vanno a fare qualche giro in autonomia nei centri commerciali. Rientro con i bambini dalle scuole, accompagnamento con o senza operatrice a eventuali attività sportive o visite mediche. Al ritorno cenano e poi fanno le stesse cose delle altre signore che vanno a lavorare. 

Qual è la giornata tipo di un’operatrice?

È suddiviso in diverse fasce orarie, partiamo dal mattino al risveglio, verso le 6.00, in quanto alle 6.30 deve essere operativa. Firma del foglio presenza Accudimento dei bambini delle signore che lavorano e a volte anche di quelle che escono per appuntamenti vari, accompagnamenti ad asilo e scuola. ritorno in comunità, sollecito e aiuto nei lavori da fare in struttura (pulizia, cucina) se programmati, accompagnamenti a visite mediche, stesura di relazioni o PEI. Pranzo, dopo pranzo lavori di sistemazioni con le signore, e stacco del turno verso le 14.30 (a volte anche al mattino presto oppure tarda mattinata, in ogni caso le mansioni generali sono quelle descritte per tutte) ripresa dei minori alle scuole, 

somministrazione merenda, accompagnamenti eventuali agli sport. Se programmato colloquio con operatrice di riferimento o uscita per acquisti. Preparazione e somministrazione cena ai minori. Cena con tutti grandi e piccoli, aiuto nei lavori di sistemazione, consegna scatole delle terapie alle signore da autosomministrarsi e al bisogno somministrare ai bambini. stacco turno ore 20.30, generalmente la comunità è in ordine ed i bambini sono già in camera. L’operatrice che rimane sola dalle 20.30 alle 22.30, nel caso termina i lavori, prepara un caffè per tutti e poi va in ufficio per terminare di scrivere l’aggiornamento sulla giornata della comunità e inviarlo alla coordinatrice e a tutte le colleghe. Ore 22.30 se nessuno necessita di assistenza particolare (a volte c’è la messa a letto di una bambina che con la madre non riesce ad addormentarsi) si ritira nella sua stanza e passa la notte riposando. Alla fine di ogni turno di riprende il figlio presenze e si firma sull’orario di chiusura turno.

Qual è la giornata tipo della coordinatrice?

Arrivo in comunità per le 8.30 dal lunedì al venerdì, giorni di chiusura scuole e festività alle 9.30, dopo aver già letto l’aggiornamento del giorno precedente. Saluto di chi si trova al piano di sotto, aiuto alla collega per finire di preparare i bambini per l’asilo. A volte accompagnamento all’asilo, a volte no. Entrata in ufficio, controllo agenda e diario delle consegne. Aggiornamento eventuale dei due strumenti. Apertura mail e risposta. Risposta a telefonate varie e a richieste più disparate delle signore, a volte rimandate ai colloqui con l’operatrice di riferimento. Firma del foglio presenza in entrata. A volte uscita per riunioni o corsi di aggiornamento, telefono cellulare della comunità comunque acceso in caso di necessità dell’operatrice rimasta in turno. Se sola senza disponibilità di cucinare da parte delle signore, preparazione pranzo e aiuto nei lavori domestici. 

Il lunedì e il venerdì mattina controllo delle camere e dei bagni degli ospiti, con relativo ritiro e rimessa in ordine di detersivi, cibo nascosto o quant’altro. Ogni 15 giorni equipe organizzativa con le operatrici. Uscita intorno alle 16.30 con relativa compilazione del foglio presenze. 

Qual è lo spirito del tuo team? Quali credi che siano le dinamiche particolari che si sono create nella tua comunità e che la rendono così accogliente e efficace?

Credo che la maggior parte delle operatrici abbia riportato dei giovamenti dopo i colloqui avuti lo scorso anno con la coop. E soprattutto a seguito del lavoro di equipe che si è intrapreso ormai un anno fa e che le coinvolge attivamente rendendole protagoniste nel proprio ruolo. Sicuramente l’inizio dei colloqui individuali con loro a cadenza trimestrale ci aiuterà ancora di più a lavorare meglio. Credo inoltre che alcune di loro, dopo una forte difficoltà iniziale, abbia capito che il giudizio personale va lasciato al di fuori della porta della comunità e anche se con fatica, si stanno sforzando a lavorare su di sé. Per di più la nostra equipe di lavoro è frutto di un costante confronto giornaliero l’una con l’altra, spesso anche a fine turno, vi è un piccolo passaggio di consegne anche verbale, nonostante ci sia l’aggiornamento, quel momento è anche utilizzato come attimo per confortare e sostenere l’operatrice che in quel turno in particolare ha avuto qualche difficoltà o per chiarire delle questioni.

Com’è lavorare nella vostra comunità? È piacevole, difficile, faticoso, ti senti parte della famiglia. Siate più specifiche possibili, non scriverò tutto ma serve a me per capire che taglio dare alla comunicazione e per identificare la comunità.

Lavorare in questa comunità è sempre stato piacevole, nonostante i momenti di difficoltà, spesso mette in movimento delle nostre questioni personali, con le quali dobbiamo fare i conti e sape tenere a bada, per non entrare in conflitto o in eccessiva empatia con le nostre ospiti, ma spesso anche con alcune colleghe, che talvolta non comprendono il motivo di alcune decisioni o la fatica di essere passata da educatrice a coordinatrice, sconfinando a volte ( anche da parte mia) come se fossimo sullo stesso piano. In ogni caso, purtroppo o per fortuna, lavorando qui da molti anni, alla comunità tengo come se fosse la mia seconda casa, non dico di sentirmi in famiglia perché non sarebbe professionale ma ci tengo veramente moltissimo. 

Quali sono le vostre principali difficoltà (sul piano personale tipo immedesimarvi nell’ospite, sentire la loro tristezza, sentirvi impotenti ecc.) e come le gestite? 

Le mie principali difficoltà personali non sono tanto rivolti alle ospiti quanto in parte alle colleghe e alla tenuta del ruolo di coordinamento, avendo fatto per tantissimi anni l’educatrice, a volte sconfino tra le due parti, dando priorità al lavoro di educatrice, magari trascurando un po’ le questioni amministrative e coordinative. Con le ospiti non ho grandissime difficoltà, faccio in modo che si possano fidare della mia figura, e cerco di comprendere il loro disagio nell’essere state inserite forzatamente in comunità. A volte mi rendo conto di essere forse un po’ troppo tutelante, o un po’ troppo espulsiva, quando qualcuna di loro ha degli atteggiamenti per nulla congrui allo stare in comunità dove risiedono anche dei minori, soprattutto i loro figli. Quando ho a che fare con delle persone psichicamente compromesse, generalmente cerco ausilio nelle istituzioni e mi confronto con il resp. dott. Campagner che spesso, mi fa aprire gli occhi a nuove prospettive, che forse essendo coinvolta nelle dinamiche comunitarie almeno 8 ore al giorno non avevo visto, o semplicemente non avevo preso in considerazione. 

Quali sono le principali difficoltà dei vostri ospiti e come le gestite?

Le maggiori difficoltà delle nostre ospiti, sono in primis l’accudimento primario dei figli, e su quello interveniamo non sostituendoci se non è proprio necessario, ma dando loro l’esempio di come potrebbero essere fatte le cose, coinvolgendole nei momenti in cui vediamo che hanno maggiori difficoltà, come ad esempio l’ora dei pasti, del bagnetto, del sonno. Hanno numerose difficoltà anche nel rispetto della quotidianità e nei tempi che ne comporta, quindi cerchiamo di avere orari più o meno recisi per pasti, uscite, riordino della casa, preparazione dei pasti ecc… Spesso invece le ospiti, soprattutto le adulte non vanno d’accordo tra loro e utilizzano i figli per farli portatori del loro malessere, oppure litigano vivacemente davanti ai piccoli, perdendo in parte il controllo della propria rabbia, in quella caso, in primis pensiamo alla tutela del minore, poi agiamo sull’emergenza, anche con l’aiuto di alcuni ausili esterni, poi sicuramente in un momento di calma riprendiamo nel colloquio l’episodio per capire come mai la signora è arrivata a quel punto, e cercando di progettare con lei delle strategie che la possano aiutare in futuro. 

Com’è la struttura della comunità?

La struttura è disposta su due piani: piano terra, dove troviamo la cucina, un salotto con sala da pranzo divano poltroncine tv, armadi della dispensa, un piccolo bagno per gli operatori, la lavanderia e l’ufficio del personale. Dall’ingresso si può accedere direttamente tramite scala interna la piano superiore, dove troviamo 3 bagni per le ospiti, 6 camere da letto, una per le operatrici e 5 per le ospiti, una sala polifunzionale, ove è possibile guardare tv, far giocare i bambini, fare i compiti o le riunioni. In fondo al corridoio al piano superiore c’è un bel terrazzo arredato con tavoli e sedie nuove ed annesso ad essa c’è un bel giardino, non ancora attrezzato. E’ complicato da attrezzare in quanto il taglio dell’erba è fatto dal Comune e non sempre l’erba permette di poterci giocare o fare altro. Al piano terra invece c’è un piccolo cortiletto condiviso con la scuola dell’infanzia che è accanto a noi, adibito a locale per la raccolta differenziata. Tutta la comunità è stata ritinteggiata un anno fa e su alcune pareti abbiamo due tipi di carta da parati, in base a ciò sono stati scelti dalla scrivente e dalla arch. le tonalità da applicare poi sulle varie pareti. Anche le stanze da letto sono state ritinteggiate, ma tutte uguali, per dare un senso di pulizia, rilassamento e linearità. L’arredamento del salotto al piano terra e della sala polifunzionale sono stati completamente cambiato, anche l’ufficio è stato rinnovato in qualche suo dettaglio per renderlo più comodo nonostante le piccole dimensioni. 

Se dovessi descrivere il tuo team, la tua comunità con tre parole, quali sarebbero?

In evoluzione, giovane e nuova, accogliente.