Evento Young Inclusion
Monza, Villa Reale. L’emergenza giovanile tra fragilità, desiderio e inclusione. Quale proposta?
Tanti presenti al workshop verticale “L’emergenza giovanile tra fragilità, desiderio ed inclusione: quale proposta?”, nato col Patrocinio della Provincia MB
Un convegno per mettere a fuoco la tematica della fragilità giovanile, soffermandosi nello specifico sul disturbo borderline di personalità, malessere che interessa una fascia crescente della popolazione giovane, ancor più in difficoltà a seguito della pandemia. Mercoledì 22 giugno (dalle 10 alle 13) si è tenuto alla Villa Reale di Monza il workshop “L’emergenza giovanile tra fragilità, desiderio ed inclusione: quale proposta?”, convegno nato nel solco di due progetti sostenuti dal programma Interreg Italia-Svizzera, ovvero “Young Inclusion” e “WaW – Women at Work”, che contano sull’apporto di partner dal territorio brianzolo come il Comune di Monza, il Comune di Seregno e ATS Brianza, la Cooperativa “Il Sentiero”.
Entrambi i progetti nel corso delle loro attività hanno messo a fuoco la fragilità giovanile, proponendo azioni di formazione e informazione (verso personale sanitario e popolazione scoalstica in genere), ma anche percorsi comunitari di inclusione e recupero (tramite l’azione di alcune comunità di accoglienza). Il workshop – che ha contato sul patrocinio della Provincia di Monza e Brianza – intendeva fare quindi luce sulla problematica e offrire spunti, riflessioni e risposte, in direzione verticale, rivolgendosi tanto a medici e psicologi quanto a sindaci e amministratori locali. Più di 120 sono stati gli iscritti.
«La Provincia di Monza e Brianza sostiene con molto piacere questo convegno perché rappresenta l’occasione per condividere una tematica che riguarda un fenomeno che con la pandemia si è reso più evidente e che richiede misure urgenti. È l’occasione per confrontarsi con esperienze già avviate che possono essere portate nei nostri Comuni», commenta il Presidente della Provincia MB, Luca Santambrogio.
Nel corso del workshop è intervenuta anche la dott.ssa Paola Passoni, Direttore U.O.C. Fragilità e Cronicità di ATS Brianza, che ha portato un’analisi dei dati sul fenomeno del disturbo borderline sul territorio di interesse: «Da tale analisi emerge come il dato di prevalenza delle diagnosi oggetto di indagine, sia sensibilmente in aumento fra i giovani pazienti che giungono all’osservazione dei servizi, realtà che sottolinea quindi l’importanza di una presa in carico precoce al fine di evitare una consolidamento del quadro clinico con importanti conseguenze in termini di comportamenti di discontrollo emotivo». Da sottolineare come l’aumento della prevalenza (passata dallo 0.30% della popolaizone allo 0.43%) sia da contestualizzare ancor prima dell’esplosione del Covid, essendo ancora in fase di estrazione i dati del 2020.
«Il disturbo borderline di personalità è un malessere che esula dalla pandemia, in quanto contestualizzato in un disagio culturale e sociale che è insito nella nostra società da tempo», dice Luigi Campagner, psicoanalista, presidente della coop. “La Clessidra” e relatore al workshop. Tra le azioni di questi due partner, la promozione di community care di accoglienza per ragazze con disturbo borderline: in queste strutture – attive in territorio varesino – le giovani vivono per 18-24 mesi, con percorsi di cura volti alla guarigione. «Sono un luogo che risponde al desiderio dei giovani di non perdere il futuro a seguito dello sviluppo di una psicopatologia, ma pure alle grandi sofferenze delle famiglie. Sono stati centrali nel corso di “Young Inclusion”. In questi 3 anni la collaborazione con ATS Brianza è stata per noi molto produttiva, garantendo – con attività di formazione e informazione, verso medici, scuole e insegnanti – una diffusione del messaggio portante del progetto. Siamo quindi riconoscenti verso di loro e crediamo che ci siano possibilità di sviluppo di nuove comunità, anche in questo territorio, che vedranno ATS Brianza in primo piano».
Tra i relatori del workshop anche Raffaele Visintini, psichiatra psicoterapeuta, ideatore del Metodo GET per il trattamento del disturbo borderline di personalità. «Con la pandemia abbiamo visto decuplicare le richieste di intervento e valutazioni verso le nostre equipe. D’altronde questi pazienti soffrono la solitudine, la mancanza di rapporti, non di rado vivono situazioni di difficoltà in famiglia. Per chi va a scuola la didattica a distanza ha moltiplicato i cali di attenzione e concentrazione». Visintini sottolinea la necessità di una diagnosi accurata: «Se ben trattato, il disturbo borderline lascia comunque spazio per una guarigione. I comportamenti come ideazione suicidaria, autolesività, promiscuità sessuale possono sparire grazie a terapie che nel corso degli anni sono state ben strutturate, ma occorre non giudicare questi giovani: quegli agiti sono figli di una grandissima sofferenza. Non sono desiderati o volontari, ma sono impulsi che tendono a ridurre il malessere che questi ragazzi hanno dentro».
Nel corso del workshop si è esibito al pianoforte di Diego Petrella, vincitore del concorso Ettore Pozzoli 2021, organizzato dal Comune di Seregno (partner di Young Inclusion).