Community care per l’inclusione

Dalla cura al rientro in società

Le community care della nostra rete sono luoghi in cui vengono accolte donne madri in disagio e vittime di violenza assieme ai loro figli minori, ma pure giovani con disturbo borderline di personalità, temporaneamente allontanate dalla famiglia. Lavoriamo in costante contatto con i servizi invianti.

cosa facciamo

Ogni giorno ci impegniamo a sviluppare una rete di assistenza, attraverso la collaborazione e il supporto alle istituzioni e agli enti che operano su territorio nazionale. Contrastiamo:

  • i fenomeni di disagio di donne e madri con figli minorenni
  • le sofferenze causate dal disturbo di personalità borderline tra giovani e giovanissime.

cosa facciamo

Riabilitazione

I progetti vanno da un minimo di 6 mesi ad un massimo di circa 4 anni perché c’è bisogno di tempo per arrivare all’autosufficienza. Diamo ai nostri ospiti il massimo dell’attenzione con educatori e psicologi, in compresenza nelle strutture 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.

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In più di 20 anni di attività abbiamo stretto rapporti i migliori professionisti sul territorio e quando se ne presenta la necessità organizziamo valutazioni sia delle madri che dei minori ma anche corsi come quelli di accompagnamento al parto o di pronto soccorso pediatrico.

Assistenza

Ogni ospite ha un operatore di riferimento che lo segue fin dai primi passi, conosce approfonditamente la sua situazione personale e mantiene i rapporti anche con gli assistenti sociali.

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Dal momento della firma del “Patto d’ingresso” si è domiciliati presso la struttura. Viene assegnata una camera e si condividono le mansioni di cura della casa, degli spazi personali e comuni, della preparazione dei pasti, tra ospiti e educatori. Favoriamo fin da subito un clima che aiuta il dialogo e l’intrecciarsi di rapporti umani profondi.

Sostegno

Chi arriva alle nostre comunità su segnalazione dei Servizi Sociali o delle Neuropsichiatrie Infantili sta vivendo situazioni di grave disagio e ha bisogno di ritrovare stabilità e fiducia sia dentro che fuori di sé.

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Noi ci impegniamo a redarre un Progetto Educativo Individuale che in un lasso di tempo prestabilito permetterà al nostro ospite di ripartire e rendersi nuovamente indipendente. Il nostro sostegno è completo anche in attività quotidiane come l’accompagnamento alle visite mediche e il supporto scolastico.

Accoglienza

La nostra priorità è far sentire gli ospiti accolti e al sicuro. Nelle nostre 8 strutture su Lombardia e Piemonte abbiamo ospitato più di 1500 persone tra donne e minori. Abbiamo all’attivo anche un progetto sperimentale dedicato al disturbo borderline di personalità.

Integrazione sociale

Le comunità sono realtà votate all’integrazione. Organizziamo spesso incontri tra gli ospiti e la comunità che ci accoglie per gettare ponti e vincere la diffidenza.

Professionalità

Esperienza più che ventennale su problematiche che vanno dalla gestione delle diagnosi psichiatriche, alla tossicodipendenza, al supporto alle donne e ai loro figli.

Cura del disturbo borderline di personalità: il Metodo GET

Tra le particolarità della cooperativa “La Clessidra” vi è la cura di giovani donne con disturbo borderline di personalità, presso la comunità terapeutica Frida Kahlo di Gerenzano (Varese). Qui si lavora applicando in ambito comunitario il Metodo GET (Gruppi Esperienziali Terapeutici), ideato da Raffaele Visintini, psichiatra psicoterapeuta, direttore sanitario della comunità terapeutica Frida Kahlo.

Che cos’è il metodo GET (Gruppi Esperienziali Terapeutici)?
Parla Raffaele Visintini

le community care

L’accoglienza al primo posto

Siamo presenti sul territorio lombardo e piemontese con quattro community care, in grado di accogliere oltre 40 ospiti donne. Le case offrono servizi tanto a donne madri in situazioni di disagio e vittime di violenza (comunità genitore-bambino), quanto a giovani con disturbo borderline di personalità o con problematiche psicologiche. 

cosa facciamo